Sport Civico, tra innovazione e tradizione
A Padova, Reggio-Emilia e Prato la rigenerazione urbana passa anche attraverso i giochi tradizionali e popolari. Parlano A. Nerini e G. Cinieri
È tempo di immergersi nuovamente nel mondo di Sport Civico, l’innovativo progetto promosso dall’Uisp che rivoluziona lo sviluppo urbano attraverso l’integrazione fra attività sportiva aperta a tutte e tutti e rigenerazione delle relazioni e degli spazi delle comunità. Abbiamo parlato molto delle attività che i Comitati Uisp porteranno nelle scuole, dei laboratori sportivi e di educazione civica, così come abbiamo mostrato alcune proposte sportive e ludico-motorie dal particolare potere trasformativo. In questo senso, anche i giochi tradizionali e popolari assumono un ruolo molto importante in Sport Civico, per la loro capacità di coinvolgere tutta la popolazione, unendo il cerchio dell’età, dai più grandi ai più piccoli.
Delle sette città italiane coinvolte, ben tre hanno assegnato grande valore ai giochi tradizionali e popolari, e non è da escludere che questi trovino spazio anche nei progetti di altri Comitati. “Sono attività che uniscono le comunità sotto molteplici punti di vista, rinsaldando i legami familiari e stimolando la socialità intergenerazionale – spiega Arianna Nerini, responsabile nazionale del Settore di attività giochi Uisp – Attraverso i giochi tradizionali i ragazzi possono capire come giocavano i propri nonni. Non solo, possono vedere i propri nonni e genitori giocare in un modo in cui non li avevano visti prima e ovviamente possono giocarci assieme”. Per Sport Civico, essi rappresentano un esempio di attività nate all’aperto, che permettono di trasmettere il messaggio di questo progetto, ovvero che i parchi, le piazze, le strade, sono beni comuni, luoghi in cui stare, socializzare e di cui prendersi cura: “Così è possibile riappropriarsi del proprio corpo e dell’ambiente che ci circonda. Se lo usiamo per giocarci, allora lo dobbiamo anche curare”, commenta Nerini.
Nerini è inoltre la coordinatrice delle attività di Sport Civico di Uisp Prato, che prevedono, tra le altre cose, di restituire la festa tradizionale di Santa Rita alla comunità, con i suoi giochi di un tempo, ma non solo. “Fino a qualche anno fa, questa celebrazione coinvolgeva tutta la cittadinanza. Il paese era diviso in contrade e venivano fatti dei giochi come il tiro alla fune, la cuccagna, oltre a tornei sportivi in cui ci si sfidava per vincere la festa. Il tutto si concludeva con la processione, che è l’unico elemento rimasto al momento. Nel ripristinarla vorremmo anche aggiungere giochi o creare alcune nuove tradizioni. Creare una caccia al tesoro, per esempio, o dei workshop su alcuni giochi tradizionali da fare assieme ai nonni”, spiega Nerini. Se da un lato i giochi popolari svolgono un’importante funzione di connessione con le radici culturali dei territori, non si tratta però di una mera questione di conservazione. L’aspetto leggero e popolare di queste attività può anzi fare da ponte per l’incontro tra diverse tradizioni e origini che animano i nostri quartieri: “In questa cornice, a Prato vorremmo stimolare la popolazione a scoprire anche i giochi e gli sport portati dalle persone straniere e migranti. Penso al cricket o alla pallavolo pakistana – commenta Nerini – Per esempio qui c’è un gruppo di persone pakistane che si ritrova per giocare a wally ball: la palla è più pesante della nostra e si gioca usando le mani a pugno invece che con le dita aperte”.
I giochi tradizionali sono un settore che nell’Uisp sta riscuotendo grande successo, come spiega Guido Cinieri, responsabile nazionale Uisp dei giochi della tradizione all’interno del Settore di Attività Giochi Uisp: “Da quando, nel 2016, i giochi tradizionali sono stati dichiarati dall’Unesco ‘patrimonio della comunità’, c’è stato un rinnovato interesse. Per anni abbiamo avuto progetti popolari nelle piazze e nelle strade, anche delle borgate, come le Olimpiadi dei giochi tradizionali, attive in cinque regioni d’Italia. In Puglia, per esempio, abbiamo coinvolto le scuole, con 2400 bambini, in una fiera che contava 10 giochi differenti”. Anche a Padova e Reggio Emilia, i giochi della tradizione saranno un elemento fondamentale dei progetti di Sport Civico dei Comitati Uisp: si tratta di aree in cui questa pratica è particolarmente sentita e dove negli anni ha già mostrato il suo potere di unione intergenerazionale. “Di fronte ai rischi contemporanei di isolamento e rarefazione di contatti sociali, anche dovuti al rapido processo di digitalizzazione del gioco, i giochi della tradizione insegnano a stare insieme e collaborare. Questo tipo di gioco unisce le famiglie e aiuta a coltivare il rapporto fra nonni e nipoti. Soprattutto nelle zone in cui le opportunità sono minori, permettono di sviluppare processi di socializzazione sani e anche di accoglienza, per esempio con le persone straniere e migranti, per un incontro fra culture”, conclude Cinieri. (Lorenzo Boffa)