Patti di Comunità: una chiave verso la transizione sportiva

Durante il workshop di Sport Civico, il dialogo tra Uisp e Pasquale Bonasora, Labsus, sul rapporto fra istituzioni, comunità educanti e sport sociale

Nell’ambito del progetto nazionale Uisp Sport Civico, che promuove il ruolo dello sport nei processi di rigenerazione urbana a TarantoMateraRomaPratoReggio-EmiliaPadova e Torino, sono stati organizzati diversi incontri tematici che hanno visto la partecipazione di esperti e stakeholder, con l’obiettivo di esplorare e approfondire le questioni legate alla rigenerazione, all’educazione e all’inclusione sociale. L’ultimo workshop nazionale si è tenuto martedì 5 marzo, ed è stato un’occasione per condividere esperienze, stimoli e riflessioni sul ruolo dei Patti educativi di comunità, nei progetti che, come Sport Civico, ambiscono a promuovere il ruolo chiave dello sport nel tessuto sociale ed educativo delle comunità. Michele di Gioia, presidente Uisp Basilicata e referente nazionale Uisp su Politiche per i beni comuni e periferie, ha coordinato i lavori del workshop cui hanno partecipato dirigenti, coordinatori e referenti coinvolti a vario titolo in Sport Civico e in altri progetti Uisp che hanno una vocazione analoga.

L’intervento che ha aperto i lavori è stato quello di Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp, che ha sottolineato il ruolo chiave di un progetto come Sport Civico in questa fase storica dell’Uisp di “transizione sportiva”, ad accompagnare la transizione ecologica, digitale, quella demografica e quella economica. “Un approccio con cui noi vogliamo contribuire ad emancipare lo sport e trasformarlo in una vera e propria politica pubblica, un vero e proprio diritto fondamentale per l’attuazione dei processi di promozione e tutela della salute, di welfare, nella sua accezione più ampia – spiega Pesce – in questo, confidiamo molto nei processi di pianificazione e di rigenerazione territoriale, guardando sempre al tema delle periferie, non solo urbane, ma anche quelle delle aree interne, gli entroterra di questo nostro splendido paese, guardando soprattutto alle persone più fragili, per contribuire attivamente alla tenuta delle nostre comunità”.

Ma qual è il ruolo dei Patti educativi di comunità in questo processo? Anzitutto proviamo a darne una definizione. I Patti educativi di comunità sono strumenti introdotti dal ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (Miur) nel Piano Scuola 2020-2021 come risposta alla pandemia. Grazie ad essi è possibile sottoscrivere accordi di collaborazione tra enti locali, istituzioni, scuole e realtà del terzo settore presenti in un determinato territorio: si tratta dunque di strumenti chiave per rafforzare il legame tra scuole e comunità, soprattutto di fronte a sfide cruciali per l’Italia, come quella demografica o quella dell’inattività giovanile.

Pasquale Bonasora, presidente di Labsuslaboratorio per la sussidiarietà, chiarisce funzioni e prospettive di questo strumento, soprattutto in relazione al concetto di autonomia scolastica: “Se leggiamo il concetto di autonomia scolastica alla luce dell’articolo 118 della Costituzione, e quindi della possibilità di ogni persona di attivarsi per l’interesse generale della propria comunità, essa permette alla scuola di forzare i margini sociali, culturali e economici per assumere davvero un ruolo trasformativo della realtà. Ed ecco che allora i Patti educativi di comunità diventano lo strumento per moltiplicare le opportunità per i nostri ragazzi, uno strumento per costruire un progetto di vita insieme a una comunità educante. Lo sappiamo benissimo, nel nostro Paese le opportunità non sono distribuite in maniera equanime. Gli svantaggi territoriali, economici, culturali si trasformano in disuguaglianze ed emarginazione, ecco perché sono fondamentali i Patti educativi di comunità e il processo di amministrazione condivisa in genere”.

Loredana Barra, referente nazionale Politiche educative e inclusione Uisp Nazionale è intervenuta evidenziando l’importanza della comunità nel processo educativo dei bambini, in relazione alle potenzialità di uno strumento come i Patti educativi di comunità. Secondo Barra è fondamentale superare la frammentazione degli interventi educativi attraverso la costruzione di reti collaborative che ottimizzino le risorse e creino ambienti urbani inclusivi e coesi. “Molto più facile attivare Patti educativi nei luoghi dove si sono già creati dei legami di fiducia con i cittadini e rapporti di collaborazione con agenzie educative che sono presenti sul territorio. E io credo che Sport Civico rappresenti proprio questo, cioè questi legami di fiducia nelle comunità in cui è stato fatto – dice Barra – I Patti allora non possono essere un punto di arrivo, ma devono essere un punto di partenza di tante storie ancora da scrivere, allineando gli attori sociali, scuola, terzo settore, e tutta la rete territoriale”.

In seguito Giulia Nicosia, di Uisp Sassariha condiviso l’esperienza del Patto educativo di comunità nella città sarda, nato nell’ambito del progetto “Futuro Prossimo” per contrastare la povertà educativa. Un caso di successo che, nonostante le difficoltà, ha portato alla creazione di una rete collaborativa forte tra vari attori territoriali: “Alla fine del percorso abbiamo coinvolto oltre 40 realtà del territorio – racconta Giulia – una prima cosa che vorrei condividere che ha funzionato a mio parere di questo progetto è il fatto che c’è sempre stato ascolto e spazio per l’espressione di tutti, anche e soprattutto di quelli che non sono i canonici attori della comunità educante ma che in realtà hanno un ruolo importante se gli viene dato spazio”.

Fino ad oggi, l’osservatorio costituito da Labsus e Indire, ha contato circa 700 esempi in tutta Italia, su cui Bonasora fornisce alcuni dati significativi. In particolare, emerge che i bambini rappresentano il 70% dei protagonisti di questi patti, seguiti da un 60% di adolescenti e un 45% di adulti giovani, dimostrando l’ampio coinvolgimento delle fasce più giovani della popolazione. Inoltre, il 38% dei patti vedono la partecipazione di nuclei di persone che variano dai 20 ai 50 componenti, mentre un ulteriore 30% include nuclei con meno di 20 persone, a testimonianza del ruolo che essi possono avere nel costruire e consolidare comunità. Interessante è anche la diversità degli attori coinvolti: da un lato, l’80% dei patti è sottoscritto da associazioni, dall’altro, il 70% di singoli cittadini partecipa attivamente ai patti di comunità, con il 57% rappresentato da gruppi informali. Un altro aspetto rilevante riguarda la correlazione tra le azioni di cura previste dai patti e gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: tutte le iniziative contribuiscono, con varie percentuali, alla realizzazione di obiettivi cruciali quali la qualità dell’educazione, la sostenibilità delle comunità e il miglioramento della salute e del benessere delle persone.

Proprio su quest’ultimo punto, Bonasora si ricollega all’intervento di Pesce, evidenziando come i Patti educativi di comunità possano rappresentare una strategia chiave per l’Uisp nel coinvolgere attivamente le comunità locali in processi educativi e di sviluppo che mettano lo sport e l’attività fisica al centro. Sport Civico si impegna a creare un legame più stretto tra lo sport, l’educazione e il benessere sociale, promuovendo un approccio partecipativo: “Il concetto di sport, che come associazione portate avanti, è affascinante perché ha poco a che fare con la competizione e molto con la collaborazione; l’idea di legare lo sport alle ricadute sociali, culturali, che la pratica sportiva favorisce e che vedono la partecipazione davvero di centinaia di scuole nel nostro Paese – conclude Bonasora – Oggi, attraverso la scuola, attraverso gli strumenti collaborativi, tutta la comunità può partecipare a determinare le politiche pubbliche. Immaginate quanto possa essere importante sul tema dello sport che promuove solidarietà sociale, che promuove emancipazione, che promuove la capacità attraverso il concetto di fare squadra di un’idea di comunità forte e coesa, capace di costruire insieme una visione di domani”.

Attraverso progetti come Sport Civico, Uisp contribuisce a creare legami più forti tra scuole, comunità e sport, proponendo una visione che guarda al futuro della politica pubblica dello sport come strumento di welfare, salute e coesione sociale. Il progetto nazionale Uisp è, infatti, impegnato in azioni pilota all’interno delle scuole, che sono partner fondamentali per la buona riuscita dei suoi intenti. Tuttavia la sfida non è soltanto, per così dire, far entrare Uisp nelle scuole ma, allo stesso tempo, portare le scuole nelle piazze e promuovere l’incontro nello spazio pubblico come un vero momento educante per ragazzi e ragazze: in questo, lo sport può fare tanto. Un tale sviluppo potrebbe avere ricadute importanti nella creazione di comunità più coese, in cui la cura delle persone, degli spazi e delle relazioni rappresentino un valore primario. Allo stesso modo, i Patti educativi di comunità rappresentano per l’Uisp un’opportunità unica per valorizzare lo sport come diritto accessibile a tutti e come motore di cambiamento sociale, un cammino verso una società più giusta inclusiva. (a cura di L.B.)

A Roma Sport Civico è un ponte fra natura e comunità

Uisp Roma ha cominciato le attività con gli studenti che saranno protagonisti della riqualificazione di parte della Riserva dell’Aniene. Parla F. D’angelo

Torniamo a parlare di Sport Civico, il progetto nazionale Uisp in cui la rigenerazione urbana incontra la cittadinanza attiva attraverso lo sport, coinvolgendo 7 comitati in tutta italia: TarantoMateraRomaPratoReggio-EmiliaPadova (Veggiano) e Torino.

Uisp Roma sta portando avanti un ambizioso progetto di riqualificazione di una parte della Riserva Naturale della Valle dell’Aniene, che si basa sul coinvolgimento di numerose istituzioni e associazioni locali: “Ci siamo impegnati per creare una rete di stakeholders, arrivando ad avere 22 partner, che sono la linfa vitale di un progetto come questo”,  spiega Francesca Romana D’Angelo, coordinatrice di Sport Civico per Uisp Roma. Nella lista troviamo, infatti, Insieme per l’Aniene Aps, l’assessorato allo sport del IV Municipio, quello all’Ambiente, e anche quello allo sport del III Municipio oltre a diverse Asd affiliate Uisp e una scuola.

Il preside e tutta l’equipe dell’Istituto Comprensivo Paritario Zaveria Cassia di San Basilio, hanno accolto con entusiasmo la proposta di partecipare al progetto: “Abbiamo lavorato insieme per strutturare le attività nella scuola e coinvolgere studenti e studentesse e due settimane fa siamo andati nelle tre classi delle medie, a presentare il progetto“, prosegue D’Angelo. Durante l’incontro, dopo aver illustrato il quadro generale delle attività, gli alunni hanno preso parte a un primo laboratorio in cui rappresentare il parco che vorrebbero: “Hanno immaginato aree verdi, disegnato impianti sportivi per calcio, basket, tennis, luoghi di svago e addirittura ponti sul fiume, mentre alcuni hanno realizzato bagni e cestini per la spazzatura. Anche i nomi mi hanno colpita: uno lo ha chiamato Parco della soluzione, un altro, Parco della sostenibilità”. (GUARDA LE FOTO)

Gli alunni e le alunne dello Zaveria Cassia saranno protagonisti di diverse attività di conoscenza e riqualificazione dell’area della valle dell’Aniene in cui il fiume confluisce nel Tevere, oltre a veri e propri laboratori di acquaviva coordinati da Uisp Roma. “La prossima settimana ci sarà un trekking nella riserva, mentre prossimamente i ragazzi potranno navigarlo guidati dagli operatori Uisp”, spiega D’Angelo. Cristiano Flamini, docente di educazione fisica, esprime il suo entusiasmo per l’avvio delle attività nel suo istituto: “Siamo orgogliosi di prendere parte al progetto anche come rappresentanti della periferia di San Basilio. I nostri studenti verranno a darci una mano a riqualificare l’area e parteciperanno ai tornei di calcio, pallavolo, orienteering. Non vediamo l’ora di andare con i ragazzi sul gommone per vedere in che stato sono le sponde del secondo fiume della nostra città: queste attività sono fondamentali perché insegnano il rispetto che bisogna avere per la natura”.

L’associazione Insieme Per l’Aniene APS, da 25 anni si occupa della riserva dell’Aniene e sarà responsabile per Sport Civico delle attività di bonifica. Pietro Pieralice, presidente dell’associazione, ne sottolinea l’importanza per la comunità locale: “L’area al momento si presenta degradata e il lavoro da fare sarà incentrato sulla riqualificazione della zona con la ripulitura degli argini e di alcuni spazi verdi. L’obiettivo è fare in modo che quest’area, che ora è un grande pratone, diventi adatta per le attività sportive, dunque dovremo lavorare per adattarla, senza però stravolgerne la natura”.

Il progetto Sport Civico a Roma rappresenta un esempio di come lo sport possa essere utilizzato come strumento per rigenerare le aree urbane e coinvolgere attivamente la cittadinanza nella trasformazione del proprio territorio. Le iniziative di Sport Civico coinvolgeranno infatti anche altre realtà sportive e associative locali: “Stiamo pianificando una tappa del Giocavolley e iniziative di ginnastica per le grandi età nell’area della Valle dell’Aniene – afferma D’Angelo – il nostro obiettivo è far conoscere il progetto al quartiere e coinvolgere il maggior numero possibile di persone“. (Lorenzo Boffa) 

Sport Civico: passi avanti tra sport e comunità

Proseguono le attività del progetto nazionale Uisp. Ecco le interviste delle docenti di Reggio Emilia e le testimonianze da Torino e Matera

Proseguono le attività del progetto nazionale Uisp Sport Civico, che promuove il valore dello sport nei processi di rigenerazione urbana, con iniziative pilota nelle scuole e nei quartieri di 7 città d’italia: TarantoMateraRomaPratoReggio-EmiliaPadova (Veggiano) e Torino.

Il racconto di questa settimana comincia da Reggio-Emilia, dove il Comitato territoriale Uisp sta ottenendo ottimi risultati nel coinvolgimento delle scuole del quartiere Rosta Nuova: gli istituti comprensivi Pertini 1 e Pertini 2, hanno aderito con entusiasmo a questa iniziativa. Qui, 18 classi di studenti e studentesse sono state coinvolte in laboratori sportivi (judo, aikido, kendo, tiro con l’arco, danza) e interdisciplinari, legati ai sani stili di vita e all’educazione civica ed emotiva.

Le docenti coinvolte nel progetto condividono la motivazione che le ha spinte a partecipare: “Il motivo che mi ha spinta a far parte del progetto ‘Sport civico’ è poter fornire agli studenti della mia scuola una migliore e più ampia offerta formativa – spiegano – arriveranno anche altre azioni di programmazione e di interazione sociale positiva nel quartiere; crediamo che questo sia davvero essenziale per generare un forte e vivo senso di comunità, facendo sì che il quartiere percepisca i ragazzi, la scuola, il parco e la comunità intera come un unico grande spazio, fisico e ideale, all’interno del quale realizzare qualsiasi attività” (LEGGI L’INTERVISTA COMPLETA). L’insegnante si riferisce al Parco del Noce Nero, l’area verde che circonda l’area della scuola, dove si concentrano le attività di riqualificazione del progetto: l’idea è dunque quella di un’intervento integrale che mantenga uniti i binari dello sport, degli spazi condivisi e delle relazioni.

Matera invece proseguono gli incontri di ideazione e progettazione condivisa delle attività di rigenerazione per Piazza degli olmi, ogni mercoledì, nell’aula magna dell’istituto scolastico partner del progetto, l’I.C. Bramante. Tanti i temi affrontati, dal placemaking attraverso lo sport, alla mobilità alternativa, con la partecipazione degli ideatori del progetto materano E-Muvt, vincitore del contest nazionale Uisp Sport Impact Lab per la promozione di progetti di innovazione sociale attraverso lo sport (GUARDA LE FOTO). Nel frattempo Uisp Matera ha consegnato anche i primi voucher sportivi che potranno essere utilizzati per praticare attività fisica con le associazioni sportive affiliate Uisp del territorio. A riceverli, studenti e studentesse che da mesi partecipano con continuità ai laboratori scolastici di tchoukball e plogging (GUARDA LE FOTO).

I workshop di riqualificazione dell’ex fabbrica “Cumiana 15” promossi da Uisp Torino procedono a passo spedito. Ragazzi e ragazze di diverse scuole torinesi sono coinvolti in attività di progettazione e lavori manuali da diverse settimane. “I ragazzi e le ragazze sono molto partecipi, vanno spronati ma hanno grandissime capacità di sviluppare le idee che emergono. Inoltre, si stanno impegnando molto nel reperimento dei materiali di recupero necessari ai lavori”, spiega in un’intervista Tecla Chiomio, responsabile di queste attività (GUARDA IL VIDEO). Durante le ultime giornate hanno lavorato intensamente per trasformare idee creative in progetti concreti. Hanno progettato bacheche in legno e un banco di lavoro, utilizzando materiali riciclati come i pallet, oltre a contribuire alla rifinitura dell’arredamento dell’area pedonale, garantendo un ambiente accogliente e sicuro per tutta la comunità. (Lorenzo Boffa)

Sport Civico riporta il Carnevale a Veggiano (Pd)

Nel parco Ex-Fontana, una partecipatissima festa raccoglie la comunità di Veggiano tra sport, giochi tradizionali e musica. Parla V. Novak

Uisp Padova ha aggiunto un altro tassello importante al suo percorso di trasformazione urbana a Veggiano. Questo piccolo comune padovano è, infatti, al centro delle iniziative di Sport Civico, il progetto nazionale con cui Uisp si propone di rigenerare spazi e comunità in 7 città italiane, assegnando allo sport il ruolo di motore di questo cambiamento. Le azioni pilota realizzate dai comitati di TarantoMateraRomaPratoReggio-EmiliaPadova e Torino stanno mostrando lentamente i propri frutti e quello che è successo martedì 13 febbraio a Veggiano ne è un esempio.

In una bella giornata di sole, moltissime persone di tutte le età si sono radunate presso il parco Ex Fontana per una festa di carnevale piena di sorprese, giochi e sport, che ha il sapore di una riconquista, per diverse ragioni. Non soltanto un parco che era vissuto da tempo da cittadini e cittadine come un luogo lontano, abbandonato e poco adatto alla socialità diffusa è tornato ad essere un luogo d’incontro e di festa per tutte e tutti. Ma quest’iniziativa riporta in paese una festa di carnevale che mancava da diversi anni: “E’ stato il frutto di un lavoro congiunto con l’amministrazione che aveva anzitutto interesse a riprendere questa iniziativa dopo tanto tempo – spiega Valentina Novak, coordinatrice di Sport Civico a Veggiano – I feedback sono stati molto positivi, c’era tanta gente e le persone ci hanno chiesto se di eventi così ne faremo altri. C’erano anche molti bambini che fino ad ora non avevano partecipato ai laboratori”.

Lo sport è stato fra i protagonisti dell’iniziativa: “Abbiamo coinvolto alcune associazioni sportive locali, che hanno proposto le loro attività nelle diverse aree del parco: dal calcio al disk golf, al parkour, passando per i balli di gruppo e il kung fu. C’è stato anche spazio per uno spettacolo con dragoni animati”, racconta Novak. Le foto della giornata (GUARDA LE FOTO) mostrano infatti sciami di bambini con indosso costumi di diverse fogge e colori, intenti a correre e giocare, in un parco finalmente colorato e disseminato di attrazioni e coriandoli.

Attorno ai giochi di una volta, durante la giornata, si sono radunate tante bambine e bambini, qualcuno già li conosceva, ma molti di loro li hanno scoperti durante i laboratori di narrazione organizzati dal Comitato Uisp nelle scorse settimane. Ragazzi e ragazze hanno intervistato i volontari più anziani dell’associazione Veggiano Solidale, che con generosità hanno raccontato quali erano i giochi della loro infanzia. Il risultato è un minidocumentario a puntate che rappresenta una testimonianza preziosa per la comunità (GUARDA IL VIDEO 1– GUARDA IL VIDEO 2). “Abbiamo potuto tastare con mano il risultato di quello che abbiamo fatto fino ad ora. E’ stato emozionante vedere nonni e nipoti condividere questo momento – commenta Novak – Ma anche per quello che riguarda la riqualificazione del parco, abbiamo potuto testare le sue potenzialità come luogo di aggregazione”.

Dopo i laboratori di disk golf, dopo quelli di parkour e di narrazione, questo progetto ha ancora diverse sfide all’orizzonte, a partire dalla riqualificazione del parco, che ancora non è terminata: “Abbiamo già fatto alcuni interventi di abbellimento con il writer, funzionali anche all’uso ludico-sportivo dello spazio, e altri verranno fatti nei prossimi mesi, sempre in questo senso, con il coinvolgimento dei giovani del paese, che stanno familiarizzando sempre più con questo luogo”. (Lorenzo Boffa)